Transitiamo costantemente tra la dimensione privata e la dimensione pubblica, da un punto all’altro, dentro e fuori, in un continuo bisogno di abitare.
Ci muoviamo anche quando siamo fermi, seduti.
Sostare significa fermarsi in un luogo per un tempo più o meno lungo ma il tempo si muove anche quando rimaniamo immobili.
Con permesso di sosta e fermata i Mercati di Traiano si popolano di presenze provenienti da luoghi intimi e domestici. Questi oggetti: poltrone, sedie e sgabelli, dopo aver traslocato dalle case e dagli studi dei loro donatori sono giunti in aree ora autorizzate. Ma nonostante siano fermi, questi giacigli simili a sale d’attesa, continuano a spostarsi, ad andare e tornare. Rumori di sedie e poltrone che si spostano, che strusciano sul pavimento, che urtano come durante un trasloco ci conducono in un tempo sospeso, in transito. Ci sono luoghi che si svelano solo se ci soffermiamo attentamente, si manifestano all’improvviso quando ci sembrava di aver visto tutto.
We constantly transit between the private dimension and the public dimension, from one point to another, inside and out, in a constant need to live.
We move even when we are still, sitting. To stop means to stop in a place for a shorter or longer time but time moves even when we remain motionless. With a permesso di sosta e fermata the Mercati di Traiano are populated with presences from intimate and domestic places. These objects, armchairs, chairs and stools, after having moved from the homes and studios of their donors, have arrived in areas now authorized. But despite being stationary, the beds similar to waiting rooms continue to move, to come and go. Noises of chairs and armchairs moving, rubbing on the floor, bumping as if during a move, lead us to a suspended time, in transit.
There are places that are revealed only if we pause carefully, they appear suddenly when we thought we had seen everything.