“Vedere attraverso restando in bilico sull’ombra.
Soffermarsi sul limite, al lato, sul bordo".
In un periodo in cui le nostre vite sono recintate, BARCODE rivolge lo sguardo oltre, invita a superare quei limiti che ci sembrano invalicabili, al di qua e al di là delle transenne. Alcune barriere sono inutili e richiedono tutto il nostro sforzo per essere superate, altre le attraversiamo con quel guizzo di adrenalina che rende facile un’impresa rischiosa. Il colore si desatura ma il desiderio di avanzare supera la realtà.
Protagonista di BARCODE è il cancello: separatore temporaneo che delimita e ripara; un insieme di linee verticali, fisiche e immaginarie, che sembrano interrompere un tragitto. Simile a un enorme codice a barre è utile a identificare l’estraneo, seleziona chi può entrare, protegge da un esterno.
"Seeing through, while hovering over the shadows. Dwell on the limit, on the side, on the edge”.
In a time where our lives are fenced off, BARCODE looks beyond, invites us to overcome those limits that seem insurmountable to us, on both sides of the barriers. Some barriers are useless and require all our effort to overcome them, others we cross with that flick of adrenaline that makes a risky undertaking easy. The color is desaturated but the desire to move forward overcomes reality in order to cross the limit itself.
The main subject of BARCODE is the gate: temporary separator that delimits and repairs; set of vertical lines, physical and imaginary, which seem to interrupt a journey. Like a huge barcode, it is useful for identifying the stranger, selecting who can enter and protecting from an outsider.
photo: Luis Do Rosario, courtesy AlbumArte